Ispirazione
Ogni progetto qui in Violet Guitart comincia con un’idea, e siccome le idee sono tante solo poche riescono poi a trasformarsi in realtà.
Questa chitarra nasce da un'ispirazione ben precisa: il mondo dei ragni. Diverse culture associano queste creature alla capacità di connettere il mondo terreno a quello spirituale, o le vedono come simboli di creatività e destino. Anche in alcune zone d'Italia vi sono tradizioni e detti legati ad essi, il più celebre è forse "ragno porta guadagno" che affonda le sue radici in antiche credenze e osservazioni, legando la presenza di questi aracnidi a un presagio di fortuna, prosperità ed eleganza naturale. Lo stesso atto di tessere la ragnatela è spesso paragonato al tessere il filo della vita o della fortuna.
Ciò che però più mi ha colpito del mondo dei ragni sono le loro creazioni principali: le ragnatele. Considerate veri e propri capolavori di bioingegneria e architettura naturale, notevoli sia per la loro incredibile resistenza che per la loro sbalorditiva precisione geometrica.
La stessa costruzione della ragnatela è un processo sofisticato che sfrutta le proprietà uniche della seta di ragno e l'istinto ingegneristico dell'aracnide
I ragni utilizzano un design che massimizza la superficie di cattura minimizzando la quantità di seta utilizzata, un esempio di efficienza dei materiali. I raggi partono dal centro con angoli e tensioni calcolati per distribuire uniformemente lo stress quando una preda colpisce la tela.
Questa precisione, questa cura dei dettagli, questi esempi di ingegneria hanno ispirato il lavoro che vi sto presentando, ma non è finita qui, perchè volevo in qualche modo associare una chitarra ad un ragno ben specifico e facendo qualche ricerca mi sono imbattuto nella latrodectus pallidus, conosciuto come White Widow Spider.
Questo ragno è l'unica variante di colore chiaro del suo genere, al quale appartiene anche il celeberrimo Black Widow (latrodectus mactans all'anagrafe) noto per la letalità dei suoi morsi.
A sinistra il ragno White Widow, al quale si ispira questa Telecaster, a destra invece il Black Widow, sicuramente più noto ma anche più letale
Ed è da qui che nasce il progetto della Telecaster White Widow, dualismo e sottile equilibrio tra l'eleganza e pericolosità, tra il bianco della calma e il nero della decisione, tutto strutturato con la geometria e la precisione che invece caratterizza le tessiture di questi fantastici animali.
Design
Così come il ragno white widow, che si differenzia da tutte le altre specie del suo genere proprio perchè di colore chiaro con le zampe scure, questa Telecaster nasce con un body rifinito in nitro bianco vintage, semplificato fino all’essenziale, con dettagli (ponte, placca dei controlli e supporto per il pickup al manico) in metallo nero.
Completa il design la scelta del manico in acero non troppo scuro e tastiera in palissandro per avere un netto contrasto con il colore chiaro del body; le meccaniche in metallo nero richiamano le altre parti metalliche per un effetto più coerente e sopratutto elegante ma deciso.
E il battipenna? No, non c'è, ma perchè?
Sebbene possa sembrare una scelta anti-intuitiva, l'idea alla base è di rendere questa chitarra ancora più viva a cominciare dalla verniciatura al nitro, per finire proprio con la possibilità di accentuare quelle che saranno i suoi unici segni di usura, i suoi tratti peculiari, le pennate che riceverà (magari evitate di usare monete in metallo!) in modo indelebile.
Avendo comunque misure standard, chi vuole può sempre montarene uno ex-post (suggerirei di mettere un nero lucido 1 layer) o qualsiasi altro colore/modello si preferisce.
Dettagli del ponte, dei pickup, delle meccaniche e di tutti gli altri elementi in metallo nero che - in contrasto con il body bianco vintage - rendono unica questa Telecaster
Installazione del Manico e Centratura del Ponte
Il primo passaggio obbligato per l'assemblaggio di tutte le componenti è quello della centratura. Il manico deve essere assolutamente in linea con il ponte e al centro di questa linea immaginaria devono collocarsi alla giusta altezza i pickup; la tolleranza in certi casi è inferiore al millimetro.
Qui non esistono margini di errore: basta un decimo fuori asse per compromettere il diapason, la tensione delle corde, l’intonazione e anche la suonabilità stessa (vi è mai capitato che il mi cantino scappasse fuori dalla tastiera??).
Ho voluto sperimentare per la prima volta una livella laser che mi ha permesso di tracciare la linea immaginaria che attraversa il centro del manico ed esser sicuro di poter centrare il ponte rispetto ad esso.
E' sicuramente un metodo molto più veloce e permette di non dover tracciare quelle complesse costruzioni matematiche sul body, rendendo più agevole e meno rischiosa l'attività di centratura avendo già verniciato il body stesso.
Mi son reso conto che questo metodo permette anche di avere già una buona idea dell'inclinazione del manico data dalla tasca e anche della sua curvatura. Nella foto si può notare come il raggio della livella tocchi tutti i tasti, in caso di inclinazione negativa (cioè paletta verso il basso rispetto al body) o di curvatura eccessiva dello stesso, su qualche tasto non si sarebbe visto il puntino verde.

Serrate le viti del manico si realizza la spina dorsale di tutto lo strumento, dalla quale si deve poi derivare anche la centratura e la posizione del ponte.
Sul ponte, sappiamo benissimo che ogni foro, ogni vite, è un punto di non ritorno: un errore può compromettere l'intero progetto e richiedere di ripartire da capo, cioè sverniciando il body, riparare l'errore sul legno vivo, e riverniciare nuovamente; per fortuna qui tutto è filato liscio.
Il ponte è stato centrato e posizionato per rispettare il diapason (standard Fender è 25,5 pollici, ossia 648 millimetri); ciò è fondamentale per garantire stabilità di accordatura e corretta intonazione su tutta la tastiera.
Approfondimento sul Diapason
Ci tengo a precisare che la posizione del ponte da sola non è l'unico elemento a fornire il corretto diapason: vi sono anche le sellette che giocano un ruolo fondamentale per diversi motivi.
In primis le corde sono disposte a raggiera.
Partendo dal capotasto, esse sono disposte con una leggera inclinazione laterale (verso destra le prime e verso sinistra le ultime tre) il che renderebbe impossibile avere una lunghezza - per ciascuna corda - di 648mm tra capotasto e ponte se non si interviene singolarmente su ciascuna corda proprio a livello del ponte che - grazie alle sellette - è l'unico elemento che può essere posizionato per accomodare la lunghezza di ciascuna corda.
Secondo elemento, la densità della corda stessa.
Non dimentichiamo che, per questioni di fisica, oscillazioni, e quant'altro trattato in articoli specifici, l'intonazione di una corda è data principalmente dalla sua tensione che influisce direttamente sulla frequenza di vibrazione. Le corde che hanno densità maggiore (ad es. il mi basso) richiederanno una maggiore tensione rispetto alle corde che hanno meno massa (ad es. il mi cantino) e quindi anche la loro distanza tra capotasto e selletta sarà diversa, sempre comunque in un intorno dei 648 mm.
Per questi motivi è fondamentale centrare il ponte rispetto al centro di escursione delle sellette, permettendo quindi al chitarrista di poter regolare l'intonazione a seonda delle corde che si installano sulla chitarra stessa.
Passiamo al Circuito Elettrico
Ogni chitarra ha la sua elettronica, certo, vi sono tantissime implementazioni standard in termini di tipologia di pickup e circuitazione, tuttavia nessuna sarà mai uguale ad un'altra a meno che non parliamo dello stesso modello di chitarra realizzata in fabbrica (e sinceramente anche lì ho dei dubbi).
Partiamo dal body, che è stato schermato utilizzando fogli di rame; lo preferisco alla vernice conduttiva perchè può essere eventualmente rimosso o sostituito con altri materiali, esplica la sua funzione a meraviglia e la chitarra non emette alcun tipo di ronzio.
La scelta dei pickup è andata su un single-coil Alnico V al manico, tagliente e definito, e un mini-humbucker dual-rail al ponte (il formato è del single-coil), per fornire calore, potenza e spinta necessarie a chi non vuole limiti rispetto ai generi suonabili con lo stesso strumento.
I pickup sono connessi ad un circuito che utilizza due potenziometri CTS a 250k, cavetteria 22awg per scelta; ci tengo a precisare che per scelta - e anche per un ulteriore sperimentazione - non ho utilizzato resistenze per domare l'humbucker. Il risultato? Un suono aggressivo da paura.
Per un suono più vintage, la scelta del condensatore è caduta su un italianissimo Icel di forma assiale, a film di polipropilene con capacità 0,47uF. Ciò permette di utilizzare effettivamente le manopole del tono e non lasciare che siano sempre tutte aperte. Un ottimo condensatore ed un circuito ben realizzato permettono al chitarrista di schiarire o scurire il suono a seconda del genere di risposta che si vuole dalla chitarra.
Il cavetto per messa a terra è collegato al ponte metallico.
Il selettore è a tre vie e permette le classiche posizioni: pickup al manico, pickup al ponte ed entrambi i pickup.
Il risultato è un circuito stabile, dinamico, con una risposta piena e reattiva: un suono che può essere morbido e avvolgente, oppure aggressivo e tagliente, a seconda di come lo si comanda.
Dettagli della parte elettronica della chitarra, a partire dalla schermatura del body, i potenziometri, condensatore e circuito finito
Assemblaggio finale
E questo è il momento in cui lo strumento smette di essere un insieme di parti e diventa una chitarra.

Foto di famiglia di tutti i componenti, prima dei vari assemblaggi
Questa Telecaster non ha richiesto alcun tipo particolare di rettifica a seguito dell'installazione finale, solo una leggera regolata del truss rod e un'ultima lucidatura della tastiera in palissandro con olio paglierino e relativa lucidatura dei tasti.
Al momento della realizzazione ho scelto set di corde Ernie Ball Regular Slinky 10-46 (modello 2221).
Considerazioni generali
Si sa che ogni scarrafone.... ma anche con i ragni.
Posso dire che nel complesso è una bella chitarra, elegante, precisa, reattiva, con un suono che può oscillare dal cristallino del pickup al manico fino al dark dell'humbucker al ponte, senza mai perdere di chiarezza e di interattività.
Come ogni chitarra Violet Guitart questo è un pezzo unico, non esiste una chitarra uguale ne tantomeno simile, sia per le scelte estetiche che per quelle implementative.






















